Per amore dei genitori, il bambino accondiscende ad abitudini che implicano un assurdo regresso. Per essere accettato quale membro di un gruppo, l’adolescente sacrifica la propria identità acconsentendo a separarsi dal suo ego più autentico. Veste e si taglia i capelli come i suoi coetanei, ascolta la stessa musica, balla allo stesso modo, assume gli stessi atteggiamenti. Nell’età adulta, costatiamo che la formula più semplice per essere accettati consiste nell’emulare la comunità in seno alla quale intendiamo essere accolti. Insomma, ci conformiamo. Impariamo a giocare a bridge, leggiamo gli stessi best-sellers, organizziamo cocktail-parties in tutto simili a quelli dei nostri amici, costruiamo case che si somigliano fra loro, ci vestiamo in conformità ai moduli standard preferiti dalla maggioranza, traendone un senso confortante di appartenenza alla comunità. Durante la fase del corteggiamento e dell’amore romantico, operiamo in noi una trasformazione pressoché radicale, allo scopo di farci approvare e accettare dalla persona amata […] In età senile, volenti o nolenti dobbiamo immetterci in un ambiente artificiosamente destinato ai vecchi per sfuggire a quello dei giovani in mezzo ai quali ci sentiamo inutili o indesiderati. Accediamo, cioè, a un mondo nel quale possiamo continuare a credere di appartenere allo stesso gruppo. Leo Buscaglia, Amore – Mondadori – Pag. 92-93